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Di Juan de Borgoña, che Longhi considerò il maggiore "italianizzante" tra Quattrocento e Cinquecento, si affronta la formazione e il suo legame professionale con Pedro Berruguete. L'ampia costellazione culturale entro la quale Borgoña è inserito imponeva di studiarne la produzione artistica in rapporto al misterioso Maestro di Bolea e di delineare il contesto operativo delle botteghe del tempo. Il libro è altresì una storia della critica dei rapporti tra le due sponde del Mediterraneo e una serrata inchiesta sullo stile che racconta una storia figurativa fatta di relazioni umane e artistiche.